Quanto tempo fa?
Fornire dei riferimenti cronologici alle incisioni è uno dei compiti più difficili riservato agli studiosi.
Non è infatti possibile datare dei disegni sulla roccia tramite i normali strumenti per determinare la datazione assoluta (metodi radiometrici, dendrocronologia, serie storiche...).
I ricercatori si sono dovuti affidare a ipotesi di datazione relativa, che si basa sull'esame della stratigrafia, delle sequenze tipologiche (confronto di oggetti) o le sequenze ambientali (datazione pollinica).
La stratigrafia è la disciplina che studia i rapporti tra unità stratigrafiche per stabilire le successioni temporali. Purtroppo si applica difficilmente in contesto di rocce incise in quanto le superfici si trovano spesso già al di fuori dal terreno. La tecnica è però adattata in contesto studio: esaminando gli strati di petroglifi sovrapposti si deduce che l'incisione sottoposta ad un'altra è più antica.
Le sequenze tipologiche risultano molto utili: se un'incisione rappresenta un manufatto ritrovato in un contesto archeologico di cui si ha datazione assoluta, è possibile presumere che anche il petroglifo sia stato effettuato nel medesimo periodo storico.
Entrambe queste tecniche sono utilizzate per costruire delle tabelle cronologiche, in continuo aggiornamento, utili a fornire riferimenti temporali per le incisioni rupestri.
Nel complesso le incisioni della Valle Camonica sono datate in un periodo compreso tra il Paleolitico superiore e l'epoca contemporanea, coprendo un arco di circa 15.000 anni.
Il periodo con il maggior numero di petroglifi è stato individuato nell'età del Ferro (circa 80%).
Esempio di sezione stratigrafica da Augusta (Germania)
La matrice (matrix) di Harris è uno schema utilizzato per definire la successione temporale dei contesti archeologici
Trapano per estrapolare sezioni dendrocronologiche